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Autunno 2024, quando la gita si trasforma in esperienza
E tu, sei pronto a ripartire?
Sembrano secoli, ma sono passate solo poche settimane. Le vacanze estive definitivamente alle spalle, testa e piedi vorrebbero già portarci altrove. Non solo per vedere, o rivedere con piacere, luoghi e destinazioni, ma per fare esperienze da portare con noi per tutta la stagione. Magari combinando il tepore delle ultime giornate di sole ottobrine e novembrine con il gusto della tavola, la bellezza della natura con le coccole del relax, la ricerca della serenità con il fascino dell’arte.
A ciascuno la sua via per ritrovare sé stesso e il proprio benessere fisico e mentale. E a ciascuno la sua gita o il suo viaggio, ma tutti con un punto in comune: la competenza di Novarseti. Se le gite, le uscite e i weekend lunghi dell’autunno non possono durare quanto le vacanze estive, infatti, meglio affidarsi a chi li sa trasformare in bei ricordi.
8 proposte per un autunno che scalda il cuore
- Il Trenino rosso del Bernina
- Lourdes
- Genova, la città e l’acquario
- Il mercatino dell'antiquariato di Annecy
- Padova Urbs Picta
- Gran fritto misto alla Monferrina al Santuario di Crea
- Festa del Torrone a Cremona
- Mondovì e il Gran Bollito Misto di Sua Maestà
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Trenino rosso del Bernina: tutte le sfumature dell’autunno
5 ottobre 2024
L’ultima volta che siamo saliti sul Trenino rosso del Bernina era febbraio, quando abbiamo attraversato il candore delle montagne innevate. Adesso, a inizio ottobre, lo spettacolo si rinnova e cambia colore: dal total white che copriva le Alpi, a tutte le sfumature del foliage autunnale. Colori caldi e intensi, tonalità che vanno dal rosso all’arancio, dal giallo al marrone, con le conifere che conservano il loro verde aghiforme anche ora che l’estate non c’è più. Altra stagione, altro spettacolo di magia lungo la trasversale alpina più alta d’Europa.
La prima sorpresa di quella che è una delle ferrovie a aderenza naturale più ripide del mondo ci coglie oltre i vetri già pochi chilometri dopo Tirano: il viadotto elicoidale di Brusio. Lasciata Poschiavo, capoluogo dell’omonima valle, il Bernina Express si dirige verso un altro punto panoramico da rubare con gli occhi, l’Alp Grüm (2091 m). Ma la vista più spettacolare arriva dopo il valico del Bernina (2253 m), quando le carrozze panoramiche con visuale a 360° lasciano spaziare lo sguardo sull’imponente ghiacciaio del Morteratsch e sul gruppo montuoso del Bernina, con i suoi “quattromila” scintillanti di neve in ogni stagione dell’anno.
La meta del Trenino rosso del Bernina è St. Moritz, in Val Engadina, nel Cantone dei Grigioni, sulle sponde dell’omonimo lago. Perché è famosa? Perché è una delle destinazioni turistiche più prestigiose d’Europa, un piccolo paradiso dello shopping e… il posto giusto dove concedersi una fetta della gustosa torta di noci engadinese!
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Viaggio a Lourdes, un’esperienza spirituale profonda
Sullo sfondo maestoso del versante francese dei Pirenei, Lourdes è una delle mete di pellegrinaggio più importanti del mondo cattolico da quando, nel 1858, la giovane Bernadette Soubirous riferì di aver visto la Vergine Maria nella grotta di Massabielle, ancora oggi cuore spirituale del luogo dove i pellegrini si recano per pregare, riflettere, raccogliere l'acqua della sorgente – ritenuta miracolosa – e cercare guarigione spirituale e fisica.
Anche in una sola giornata, in questo luogo così speciale si può vivere un’esperienza spirituale profonda partecipando ai diversi momenti che ne scandiscono il tempo: il saluto alla grotta, la Santa Messa, la Via Crucis che segue il percorso del Cristo verso il Calvario, l’immersione nell’acqua di sorgente delle piscine, simbolo di purificazione e guarigione, le Confessioni, la Benedizione Eucaristica, il Santo Rosario alla grotta e la Fiaccolata serale.
La combinazione di spiritualità, bellezza naturale e cultura di Lourdes ne fa una destinazione unica: la sua atmosfera di serenità e pace, ideale per una pausa dalla frenesia quotidiana, farà bene sia a chi è in cerca di un momento di riflessione profonda, sia ai viaggiatori curiosi di scoprire un luogo di grande significato storico e religioso. Un’esperienza che resterà nel cuore.
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Genova, la città e l’acquario: una doppia scoperta
Città ricca di storia e di storie legate al suo mare, Genova è una meta perfetta per l’autunno.
Una visita guidata alla scoperta dell’Acquario di Genova è un’immersione nell’esposizione di biodiversità acquatica più ricca d’Europa. Un’esperienza a tu per tu con il mare e i suoi abitanti attraverso un percorso espositivo che si snoda tra gli ambienti di vita di 10.000 esemplari di 400 specie, provenienti dalle acque di tutto il mondo. Da quelle rare come i lamantini, mammiferi marini che hanno dato origine al mito delle sirene, a quelle più note come i delfini; dai pinguini ai grandi predatori del mare, gli squali. E poi le meduse con i loro movimenti sinuosi, le foche con la loro simpatia e i coloratissimi pesci tropicali.
A completare la gita, una visita guidata al centro storico di Genova: un tour a piedi di un paio d’ore, che lambisce la Cattedrale e il Palazzo Ducale e percorre via Garibaldi con i celebri palazzi dei Rolli, oggi patrimonio Unesco, permetterà di scoprire le tradizioni, i sapori e i luoghi più rappresentativi del capoluogo ligure.
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Il mercatino dell'antiquariato di Annecy
I francesi hanno un verbo, chiner, che potremmo tradurre con “curiosare nei mercatini dell’antiquariato a caccia di buone occasioni”. E allora andiamo anche noi a chiner al mercatino dell’antiquariato di Annecy, splendida cittadina sulle rive dell’omonimo lago.
Ogni ultimo sabato del mese, infatti, la brocante anima le vie pedonali del centro storico: un’ottima opportunità per fare qualche affare e scoprire gli oggetti proposti da espositori professionisti. Oltre all’antiquariato e all’oggettistica classica, la “specialità” del mercatino di Annecy sono i manufatti locali savoiardi (pentole, zoccoli e attrezzi agricoli di montagna) e le attrezzature di un tempo per gli sport invernali (sci, slitte e selle di legno).
Ma passeggiare per il centro di Annecy, con le sue strade acciottolate, i canali tortuosi che le hanno valso l’appellativo di “Venezia di Francia” e le case color pastello, è anche l’occasione per esplorare la città. Tra gli imperdibili, i portici della Rue Sainte-Claire, il castello medievale che domina il centro abitato e ospita un museo con manufatti regionali, i giardini Europei con il loro parco di Champ de Mars, il Palazzo Imperiale con la Plage d'Albigny e il Casinò, il Palais de l'Ile d'Annecy (simbolo della città), la Cattedrale di Saint-Pierre, la Rue Royale per lo shopping e… il ponte più romantico della città: il Pont des Amours, passerella situata sul canal de Vassé.
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Padova Urbs Picta: visita al patrimonio Unesco
Perché Padova Urbs Picta? Perché i cicli di affreschi del XIV secolo di Padova sono un sito seriale inserito dall’Unesco nella lista dei patrimoni dell'umanità nel 2021, come bene culturale che “illustra un modo completamente nuovo di rappresentare la narrazione in pittura, con nuove prospettive spaziali influenzate dai progressi della scienza dell'ottica e una nuova capacità di rappresentare le figure umane in tutte le loro caratteristiche, compresi i sentimenti e le emozioni. Queste innovazioni segnano una nuova era nella storia dell'arte”.
Un ottimo motivo – come vedremo, insieme a molti altri – per andare alla scoperta della città veneta accompagnati da una guida esperta selezionata da Novarseti.
In mattinata, la nostra guida ci condurrà alla visita della splendida Basilica Pontificia di Sant’Antonio, custode delle reliquie del Santo e ricca di preziosi altari e opere d’arte. Sul sagrato della Basilica del Santo si affaccia il pregevole Oratorio di San Giorgio, alter-ego della celebre Cappella degli Scrovegni, costruito come mausoleo della famiglia Lupi di Soragna e affrescato da Altichieri da Zevio, seconda tappa della nostra visita. Una breve passeggiata ci porterà infine al Palazzo Moroni, l’attuale municipio.
Nel primo pomeriggio la passeggiata guidata proseguirà tra le piazze per cui Padova è nota: Piazza della Frutta, Piazza delle Erbe e Piazza dei Signori, con visita al prestigioso Palazzo della Ragione, antico tribunale cittadino del quale ammireremo gli affreschi medievali e il soffitto ligneo.
Ma l’antica Patavium non è solo arte e architettura: la nostra giornata terminerà con una degustazione del celebre caffè Pedrocchi alla menta nello storico caffè ottocentesco.
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Gran fritto misto alla Monferrina al Santuario di Crea: tra sacro e goloso
Il fritto misto alla monferrina è un ottimo secondo piatto piemontese a base di carne, verdure e qualche componente dolce – semolino, mela renetta, amaretto… – che, insieme, creano un mix particolare di sapori. Un piatto gustosissimo che va “meritato” e poi… digerito! Per questo lo abbiamo messo al centro – idealmente e nel cronoprogramma – della nostra gita al Sacro Monte di Crea e Santuario di Crea, nel Monferrato Casalese.
Assieme agli altri Sacri Monti (2 in Lombardia e 7 in Piemonte), il Sacro Monte di Crea è patrimonio mondiale Unesco ed è una combinazione ideale di arte, spiritualità e natura: i sentieri e del parco naturale di Crea, infatti, sono passeggiate di grande bellezza tutto l’anno, ma ancora più affascinanti quando la vegetazione si colora di autunno. Il percorso dedicato alla Madonna, non particolarmente impervio, attraversa un bosco di querce e frassini fino a raggiungere la cima della collina, su cui si erge la Cappella del Paradiso.
Il Santuario di Crea, a sua volta, è uno dei principali luoghi di pellegrinaggio del Piemonte. Fondato nel 1589, è un centro di fede e devozione mariana. Luogo di accoglienza, il Santuario è frequentato sia da chi è in cerca di un'esperienza di fede, sia dagli appassionati di arte e storia, sia dagli amanti della natura e dei paesaggi. Tra sacralità e contemplazione, passeggiate in un ambiente unico e una vista spettacolare sulle colline del Monferrato, questo luogo ci lascerà ricordi indimenticabili e un grande senso di pace.
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Festa del Torrone a Cremona
Nel cuore della Pianura Padana, a poca distanza dal Po, Cremona, la Festa del Torrone è nota per la sua tradizione nella costruzione dei violini e per le sue “3 T”: turoòn (il torrone, il famoso dolce nato nel 1441 in occasione del matrimonio tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti, i duchi di Milano), turàs (il Torrazzo, la torre campanaria medievale più alta d'Europa, che sovrasta la bellissima Piazza Duomo) e tetàs (il seno delle donne cremonesi che sarebbe particolarmente florido).
Lasciando la terza T alla goliardia locale, è all’ombra del Torrazzo che si svolge ogni anno la Festa del Torrone, meta della penultima gita d’autunno di Novarseti, prima dei mercatini di Natale.
L’edizione 2024 – la numero 27, dedicata la tema della “gioia” – porterà tante novità tra le vie del centro storico della città, ma sono confermati anche gli appuntamenti tradizionali che da sempre accompagnano la festa.
Del resto, se abbiamo scelto sabato 18 novembre – la festa dura cinque giorni – non è un caso: in programma, oltre agli spazi commerciali dei produttori di torrone, cioccolato e dolci provenienti da tutta Italia (in Piazza Stradivari, Via Gramsci, e cortile Federico II), i laboratori della dolcezza per i bambini, i viaggi a bordo del trenino Sperlari (su prenotazione) alla scoperta delle bellezze storiche e architettoniche di Cremona, il Torrone Street Food Festival, la manifestazione Vintage in Piazza Duomo, le degustazioni legate ai momenti della colazione e della merenda, e la degustazione del torrone artigianale. A proposito, per accedere alle degustazioni – sempre gratuite, assicurano gli organizzatori della festa – non serve prenotazione: ci si accomoda, semplicemente, in ordine di arrivo.
E ancora: show cooking, spettacoli di danza, dimostrazioni di lavorazione del torrone in tre fasi (miscelazione, cottura e stesura a rullo) a cura dei mastri torronai… Tra i momenti top, la sfilata del corteo storico dedicato a Bianca Maria Visconti, con sbandieratori, tamburini e figuranti in costume d’epoca che sfileranno per le vie del centro e omaggeranno con una storia epica la duchessa.
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Mondovì, Carrù e il Gran Bollito Misto di Sua Maestà
Situata nelle prime propaggini delle Alpi Marittime e capitale del Monregalese, Mondovì è la “città con due cuori”. Il primo è la parte alta, chiamata Piazza, con l’antico Palazzo di città, il Palazzo del Governatore con gli stemmi delle casate nobili, case e portici quattrocento-cinquecenteschi in cotto e in pietra, il Duomo, il Belvedere, chiese e palazzi, collegi barocchi dove illustri architetti e artisti hanno lasciato il loro contributo. La Piazza è famosa per le ceramiche dipinte, dove il “galletto" colorato fa da padrone, e il Museo della Stampa, a ricordo di un passato di importanti tipografie. Il secondo cuore di Mondovì è il quartiere di Breo, che raggiungeremo con una funicolare a vapore del 1886 che permette di superare un dislivello di 130 mt: cuore pulsante della “nuova” Mondovì, Breo è l’anima commerciale e golosa della città, con negozi, pasticcerie, e antichi palazzi decorati.
Bue di Carrù
Per la sua posizione geografica, Carrù viene chiamato “porta della Langa” e il suo nome probabilmente deriva da carrucum, piccolo carro. La storia del borgo va di pari passo con quella piemontese: un castello dell'anno 1000, edifici barocchi, palazzi e chiese – come la parrocchia di Santa Maria e le chiese dei Battuti Bianchi e Neri – ne testimoniano il passato glorioso.
Ma Carrù è noto soprattutto per la tradizione dell’allevamento di bestiame: la presenza di mercati di bestiame settimanali è attestata qui già dal 1473. Ma è nel 1910 che nasce quella Fiera del Bue Grasso che ha portato la notorietà di Carrù a livello internazionale. Una manifestazione che, insieme al suo protagonista, è ormai inequivocabile simbolo di una terra ricca di storia, di suggestione, di memorie e di lavoro. Quanto al Gran Bollito, il piatto preferito del re Vittorio Emanuele II, è la ricetta che esalta al meglio l’eccellenza dei buoi di razza Piemontese.